Il cappotto termico: cos’è e perché conviene “metterlo” alla vostra casa

 

Cappotto termico. Molti di voi avranno almeno sentito dire qualche volta queste due parole, altri conosceranno l’argomento perché addetti ai lavori oppure perché ne hanno già uno nel… guardaroba immobiliare… No, meglio non creare equivoci, non si tratta assolutamente di un capo di abbigliamento, bensì di una precisa tecnica edilizia volta al miglioramento della classificazione energetica che si può applicare su circa ogni tipo di edificio esistente.

Vediamo cosa è, allora, un cappotto termico e in ogni caso ci auguriamo di potervi rinfrescare la memoria su quanto già di vostro sapere oppure di aggiungere qualche nozione più o meno basilare al riguardo!

 

Cosa è la tecnica del cappotto termico

Il cappotto termico consiste, in grandi linee, nell’applicazione di uno speciale materiale termoisolante sulla totalità o su parte dell’involucro dell’edificio. Dopo la posa in opera è come se si fosse realizzato, appunto, un cappotto ovvero un mezzo di frapposizione (un diatermico, in gergo) fra l’edificio stesso e l’ambiente a temperatura diversa.

Vi sono essenzialmente due principali tipologie di cappotti: il cappotto termico esterno e quello interno, vediamoli uno per volta.

 

La tecnica di isolamento a cappotto termico esterno

Come lascia intuire la stessa definizione, questa tecnica va ad agire sulla superficie esterna della struttura avendo un impatto molto importante su di essa, arrivando a variarne significativamente le caratteristiche di termoisolamento (e a volta anche di isolamento acustico).

A giovarne è il comfort abitativo dell’intero edificio, con l’abbattimento della trasmittanza termica e quindi una forte riduzione della penetrazione del freddo proveniente dall’esterno d’inverno, con una notevole riduzione dei costi per il riscaldamento. Inoltre, risulta molto gradevole la temperatura stabile anche spostandosi da una stanza all’altra nell’ambito di tutto l’edificio poiché il calore interno non è più assorbito più dal  tetto e dalle pareti. Anche in estate il cappotto termico funziona allo stesso modo, assicurando un risparmio stavolta sui costi di raffrescamento. Infatti il calore esterno non può più penetrare con facilità negli ambienti interni dell’abitazione. Ne consegue, quindi un miglioramento della prestazione energetica dell’edificio o unità immobiliare, con il sicuro guadagno di una classe di efficienza superiore: ciò, ovviamente, sarebbe certificato realizzando una certificazione energetica ante e post intervento, oltre, in questo caso agli obblighi di produzione della Relazione Ex Legge 10/91 . Quest’ultima, in soldoni, consiste in una sorta di “progetto energetico” con il quale il professionista va ad effettuare i calcoli per valutare, prima dell’intervento, quali siano le caratteristiche necessarie da applicare al fine di rispettare i requisiti minimi di legge (es. spessore minimo del cappotto, caratteristiche tecnico/fisiche del materiale isolante, ecc).

Il cappotto termico esterno è senza dubbio la lavorazione più impiegata fra le due ed è anche quella che di più garantisce una migliore resa in termini di stabilizzazione delle temperature interne all’edificio.

In genere questo intervento è agevolmente applicabile su unità immobiliari unifamiliari o piccoli edifici residenziali, essendo facile, rapida  e ampia la possibilità di manovra sull’intero perimetro. Non di rado, oggi, la si può applicare anche su facciate più complesse di condomini di maggiori dimensioni, grazie alle moderne tecnologie di posa in opera e a utensili sempre più maneggevoli. Il risparmio energetico conseguito, in questi casi, dipende fortemente dalla dislocazione architettonica dei diversi appartamenti e dall’accessibilità di spazi vuoti ed intercapedini… Un po’ come se si dovesse far indossare un cappotto ad un… soggetto di un quadro di Picasso!

 

La tecnica di isolamento a cappotto termico interno

Proprio per quel che si diceva poc’anzi, talvolta si deve ricorrere alla tecnica del cappotto termico interno, comunque assai meno diffuso di quello esterno ma indispensabile per isolare termicamente i singoli  appartamenti interni di condomini urbani di grandi dimensioni.

Consiste nel far aderire alle pareti dell’appartamento, volta per volta e con malte speciali, dei pannelli termoisolanti prefabbricati di piccolo spessore.

Al vantaggio di arrivare in tempi brevi alla fine dei lavori e di risparmiare materie prime si contrappone una intrinseca aleatorietà dei risultati finali a causa di minore libertà d’azione e della dipendenza dalla complessità planimetrica delle rispettive unità abitative. Inoltre, tale metodologia, quasi sempre non interrompe i ponti termici esterni dovuti a travi, solai e pilastri, in quanto il cappotto interno ovviamente si interrompe dove iniziano

 

Il successo del cappotto termico: perché questa tecnica è largamente diffusa in edilizia

Il cappotto termico è uno dei procedimenti più diffusi in edilizia per modificare le caratteristiche di isolamento termico di un edificio: come mai questo successo tecnico e commerciale?

In primo luogo, per i risultati che permette di conseguire, fra cui uno in particolare: la funzione di isolamento continuo, vale a dire sia nella stagione fredda sia nella stagione calda.

Poi, se eseguito a regola d’arte, ossia se progettato da un bravo consulente preparato in progettazione energeticaArchitettura ed Ingegneria ed eseguito da una ditta appaltatrice con effettiva esperienza, permette di coibentare l’intera struttura abitativa, con un comfort e un risparmio energetico di eccellente livello.

L’isolamento continuo è uno status molto ricercato poiché fa sì che l’unità immobiliare trattata non risulti né troppo calda né troppo fredda, a prescindere dal periodo dell’anno.

Di pari passo, viene l’eliminazione dei cosiddetti sbalzi termici all’interno dell’edificio e quindi della sgradevole e poco salutare sensazione di cambiamento repentino della temperatura da una stanza all’altra.

Un altro vantaggio non di poco conto è la riduzione dell’umidità, essendo mantenuta pressoché costante la temperatura interna: mai trascurare, poi la possibilità di risparmiare sui costi di riscaldamento e raffrescamento e – forse non tutti lo mettono sufficientemente in evidenza – di ridurre la produzione di inquinanti e il conseguente impatto ambientale.

Vi manca ancora un’ultima prova per convincervi a mettere il cappotto termico alla vostra casa?

Avete la possibilità di sfruttare le agevolazioni fiscali previste per la ristrutturazione degli immobili, potete cioè ammortizzare fino al 50% dei costi totali sostenuti per effettuare l’intervento di installazione del cappotto termico (interno o esterno).

Se volete, intanto contattateci per qualsiasi informazione al riguardo!

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